Il mestiere che vi presentiamo oggi è noto e molto amato. Forse uno dei più conosciuti, insieme a quello di attore, quando si parla di professioni cinematografiche.
Abbiamo voluto intervistare un regista marchigiano perché, sebbene sia ben conosciuto, questo mestiere è molto complesso, competitivo e non è sempre scontato, quando si parte da un piccolo paese di provincia, arrivare a livelli internazionali.
È quello che è accaduto a Nicola Sorcinelli, classe 1987, di San Costanzo, un piccolo paese in provincia di Pesaro e Urbino, che abbiamo intervistato proprio a ridosso dell’uscita del suo ultimo lavoro, “Briganti”, una serie che approderà su Netflix il 23 aprile. Ecco cosa gli abbiamo chiesto…
Raccontaci come è nata la tua passione per il cinema e quando hai deciso di diventare regista. Qual è stato il momento di passaggio fondamentale fra la provincia marchigiana e il cinema nazionale?
Ho sempre avuto una passione sfrenata per il cinema, infatti non ho memoria di quando sia scattata in me questa scintilla, perché credo sia abbastanza innata. Nel senso che ho sempre avuto le idee molto chiare in merito. Sono sempre andato tantissimo al cinema con la mia famiglia, soprattutto con mio padre e vedevamo tutte le settimane almeno una volta un film dei più dei più disparati e questo sicuramente ha contribuito moltissimo alla mia passione.
Sin da ragazzino il mio gioco preferito era quello di girare video insieme ai miei amici che, loro malgrado, coinvolgevo in questi cortometraggi. Inizialmente si trattava di prodotti amatoriali, che giravo con la videocamera che mi prestava il mio vicino di casa e piano piano durante le scuole medie e le scuole superiori, ho continuato a girarne tantissimi. Ho vinto il mio primo premio quando avevo 13 anni con un piccolo corto che si chiamava, se non ricordo male, “Il tramonto dei viandanti” fatto proprio con i miei con i miei compagni di classe e gli amici di paese.
Questo primo premio mi ha dato una grandissima spinta e una grandissima dose di autostima per provarci più seriamente e andare avanti. Ho continuato così a vincere premi sempre più importanti con i miei cortometraggi e dopo le scuole superiori sono andato a Roma, cominciando a propormi come assistente alla regia volontario.
Ho fatto innumerevoli esperienze su tantissimi set cinematografici e televisivi, sia come assistente alla regia che come back-stagista e questo mi ha dato modo di conoscere sempre più professionisti e attori professionisti che poi mi portavo nei cortometraggi che parallelamente giravo.
Di conseguenza anche i cortometraggi diventavano mano a mano sempre più professionali, perché coinvolgevo direttori della fotografia, attori professionisti, scenografi, costumisti del vero mondo del cinema. Poi, piano piano, sono arrivati anche festival più importanti a livello internazionale, festival molto grandi, fino a vincere con “Moby Dick” un Nastro d’Argento nel 2017 come miglior cortometraggio.
Hai portato avanti numerosi progetti di successo negli ultimi anni, hai qualche aneddoto divertente, scene particolarmente difficili o momenti indimenticabili che vuoi condividere con noi?
Voglio raccontarvi un particolare momento, di grande emozione per me, che ho vissuto durante un progetto che ho finito di girare il mese scorso. Non posso svelare troppo di questo lavoro perché si tratta di un progetto molto importante che non è stato ancora annunciato.
Il protagonista di questo progetto è un attore importantissimo italiano, che ha contribuito a far parte della storia del cinema nazionale, e quello che vorrei raccontarvi è il momento in cui ho realizzato che stavo dirigendo proprio questa persona. Ero seduto al monitor e ho visto la sua inquadratura…è stato un attimo unico.
Ho pensato alla fatica che ho fatto fino ad arrivare dove sono, a quanto ho combattuto, sacrificato per perseguire questo sogno e in quell’istante mi sono visto da fuori, seduto davanti al monitor a guardare il primo piano di questo meraviglioso attore e mi sono venuti gli occhi lucidi dall’emozione.
Il tuo ultimo progetto, “Briganti“, uscirà il 23 aprile su Netflix. Ti va di raccontarcelo?
Briganti è stato per me un progetto importantissimo, perché è stato anche probabilmente il primo lavoro davvero grande che mi affidavano. Girando questa serie, di cui dirigo due puntate, l’episodio 4 e l’episodio 5, ho vissuto un’esperienza indimenticabile. Devo ammettere che lavorare ad un progetto così ambizioso e così grande per una serie internazionale Netflix, mi ha riempito di orgoglio ma mi ha anche caricato di una immensa responsabilità.
In “Briganti”, come ci suggerisce il titolo, le vicende si svolgono a metà dell’800 e raccontiamo le gesta e le vicissitudini di briganti leggendari dell’epoca, tutti personaggi ispirati a briganti veramente esistiti. È una serie epica, una serie d’avventura, una caccia all’oro di grande tensione ma anche immensamente poetica e poter raccontare questi personaggi, anche in maniera pop, molto colorata con una messa in scena ricca ed estremamente dinamica con mezzi tecnici strepitosi è stata un’esperienza indimenticabile che spero di ripetere spesso.
Biografia
Nicola Sorcinelli è un giovane regista e sceneggiatore italiano. Il suo percorso artistico inizia tra i banchi di scuola. Con i suoi lavori ha vinto numerosi premi e partecipato a festival di tutto il mondo, arrivando ad avere all’attivo più di 90 riconoscimenti.
Il suo cortometraggio “Moby Dick” vince il Nastro d’Argento nel 2017 per poi essere presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. Si aggiudica il premio come miglior regista rivelazione al Festival Del Cinema Europeo.
Il Resto del Carlino lo inserisce nella classifica dei 100 nuovi giovani orgogli italiani. Fra gli ultimi lavori: la miniserie “Sento ancora la vertigine” per Amazon Prime e la serie storica “Briganti” in uscita su Netflix il 23 aprile 2024.
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